La cappella di Fornet
La cappella di Fornet
Dedicata all’Assunzione della Vergine e a san Giocondo, la cappella di Fornet rappresentava il più antico luogo di culto della Valgrisenche, già esistente nel XII secolo alle dipendenze dell’Ospizio del Piccolo San Bernardo. La tradizione vuole che qui nel XIV secolo si fossero fermati i muratori che riportavano ad Aosta le reliquie di san Grato, recuperate in Savoia, e che ogni anno i fedeli di Arvier vi salissero in pellegrinaggio. L’antichità della cappella è testimoniata da un documento del 1417.
A metà del XVII secolo, l’edificio sacro fu restaurato e nel 1683 venne dedicato anche a san Giocondo. Nel 1728 la cappella venne interamente ricostruita poco lontano dalla vecchia, che versava ormai in pessime condizioni. Quest’ultima non fu abbattuta ma i muri furono utilizzati per costruire una casa, destinata poi a sede della rettoria, fondata nel 1759.
Nel 1758 gli abitanti di Fornet fondarono una messa perpetua da celebrarsi nell’ottava di Notre-Dame des neiges «…per ottenere dalla Vergine la sua protezione e la prosecuzione della sua intercessione, affinché essi siano preservati dalle valanghe e dalla «grande» neve che cade in questa parrocchia». Negli anni 1862-1864 la facciata della cappella fu decorata dal pittore di Ivrea Giuseppe Stornone.
Il figlio di quest’ultimo, Giovanni Stornone, anch’egli pittore, dipinse nel 1908 la grande pala d’altare raffigurante la Vergine con i santi Grato e Giocondo, ora conservata nella cappella di Châtelet.
La cappella di Fornet era meta di numerose processioni tra cui quella del 1° maggio o quella del terzo giorno delle Rogazioni, il mercoledì, che partiva dalla chiesa parrocchiale e raggiungeva Usellières.
Vicino alla cappella era stata posta nel 1919 una croce di missione.
Nel museo parrocchiale sono esposte alcune statue provenienti da Fornet e un reliquiario in argento del XVII secolo che reca sul lato anteriore le figure della Vergine con i santi Grato e Giocondo. Esso custodisce delle reliquie di san Grato.
Photos 1-3 © Regione autonoma Valle d’Aosta, Archivio Soprintendenza per i beni e le attività culturali, Cesare Diego
Photos 4-5 © Regione autonoma Valle d’Aosta, BREL